Gulotta, una vita in carcere (senza colpa)

Nel 1976, Giuseppe Gulotta, allora diciottenne, fu arrestato con l’accusa di essere coinvolto nell’omicidio di due carabinieri nella caserma di Alcamo Marina. L’arresto si basò su una chiamata di correo. Durante la permanenza in caserma, Gulotta fu sottoposto a un lungo interrogatorio, al termine del quale firmò una confessione che in seguito ritrattò, dichiarando di averla sottoscritta sotto costrizione fisica e psicologica.

Nonostante la ritrattazione davanti al procuratore, la dichiarazione iniziale venne ritenuta valida. Gulotta rimase in carcere per oltre due anni prima di essere scarcerato. Dopo un periodo di libertà durato circa dodici anni, nel 1990 fu emessa nei suoi confronti una condanna definitiva all’ergastolo. Ha trascorso in totale ventidue anni in detenzione, parte dei quali in regime di semilibertà e libertà condizionata.

Nel 2007, a seguito di una trasmissione televisiva, emersero nuovi elementi grazie alla testimonianza di un ex carabiniere, Renato Lino, che confermò le modalità irregolari degli interrogatori. Fu così avviato un processo di revisione. Dopo una prima istanza respinta, la Corte di Cassazione ne dispose una nuova presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria. Nel 2012, Gulotta fu assolto con formula piena “per non aver commesso il fatto”.

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